Descrizione
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- ADORNATO Felice Maria, arciprete dal 1849 al 1904, che si battè per un programma pastorale che doveva riconoscere il ruolo fondamentale dei fedeli laici nella vita della comunità parrocchiale.
- ARENA Antonio, medico e poeta. Si interessò di politica candidandosi nelle elezioni del 1919 tra le fila del Partito Popolare. Al suo attivo molte pubblicazioni di carattere medico-scientifico. Morì a Bagnara nel 1926.
- BALDARI Guglielmo Romeo, nacque nel 1802, filosofo, scrisse le Memorie di Palmi e Risposte per talune categorie del dizionario geografico-statistico-storico del Mazzolla. Una sua congettura fu quella sulla localizzazione del mitico porto di Oreste, nello scritto: Una settimana alla festa di Bagnara, pubblicato a Napoli nel 1856. Morì nel 1866.
- BORGIA Vincenzo, dirigente superiore del ministero della Pubblica istruzione con funzioni ispettive, è giunto dalla Sicilia alla Sovrintendenza scolastica regionale della Calabria. Profondo conoscitore dell’amministrazione , degli ordinamenti, della legislazione scolastica nonché della vastissima problematica connessa all’attività educativa, Vincenzo Borgia sa coniugare la competenza amministrativa a una raffinata cultura letteraria. Ha lavorato per l’elaborazione di un modello organizzativo-didattico per le scuole materne ed elementari. Già coadiutore didattico presso le cattedre di Pedagogia e di Sociologia dell’educazione allora tenute dai professori Giuseppe Catalfamo e Serafino Cambareri presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Messina, l’Ispettore Borgia collabora a varie riviste specializzate quali: “L’educatore”, “Bambini”, “Zerosei”, “Rassegna amministrativa della scuola”.Egli è inoltre autore di numerose pubblicazioni che analizzano problemi locali e propongono soluzioni. Borgia è fondatore dell’associazione provinciale dei direttori didattici e degli ispettori e co-fondatore dell’Andis (Associazione dei dirigenti scolastici). Di recente, Vincenzo Borgia ha curato l’Antologia di poeti in vernacolo melicucchese, promossa e raccolta nei primi del Novecento da Francesco Pentimalli con testi di Buccisani, Capua e Calogero.
- BUCCISANI Carlo, letterato, antropologo, giornalista (scriveva anche sulla Gazzetta di Messina e delle Calabrie), poeta in vernacolo. Ricoprì anche la carica di sindaco di Melicuccà. Al suo attivo una serie di pubblicazioni di canti popolari in voga a Melicuccà.
- BUCCISANO Orazio, docente nell’Università di Messina, preside della Facoltà di Scienze Politiche prima e di Giurisprudenza dopo. Scrisse numerosi saggi di diritto civile e del lavoro. Sindaco di Melicuccà dal 1975 al 1980. Fu anche consulente giuridico alla Regione Calabria ed ha anche redatto lo Statuto dell’Università di Messina. Morì a Messina nel 1996. le sue spoglie riposano nel piccolo cimitero di Melicuccà.
- CALOGERO Giuseppe, pedagogista, nato il 13 marzo 1901 ed è deceduto a Reggio Calabria nel 1975. Libero docente presso l’Università di Messina, preside del Liceo “Olivetti” di Locri, socio onorario dell’Accademia Cosentina, ha vinto il “Vittorino da Feltre”, il “Villa S.Giovanni” ed il “Calabria”. Pubblicò un centinaio di scritti filosofici e pedagogici.
- CALOGERO Lorenzo, medico e poeta, nato il 28 maggio 1910, venne trovato morto suicida il 25 marzo 1961. Dopo la licenza elementare si trasferisce, con tutta la famiglia a Reggio Calabria, dove frequenta per un breve periodo l’Istututo tecnico per poi trasferirsi al Liceo Scientifico. Frequenta l’Università a Napoli iscrivendosi in Ingegneria per passare poi al corso di laurea in Medicina. In questo periodo pubblica nell’antologia “Dieci poeti” e nella raccolta “Poco suono” alcune sue liriche.Comincia a mandare alcune sue poesie con la speranza di vederle pubblicate agli editori Bargellini e Batocchi. Nel 1937 consegue la laurea e l’anno seguente, a Siena, l’abilitazione alla professione che abbandonerà definitivamente nel 1956. Nel 1942 tenta per la prima volta il suicidio, sparandosi in direzione del cuore. Nel 1944 si fidanza con una sua compagna di scuola: Graziella. La rottura del fidanzamento, avvenuta dopo intensi scambi epistolari, sconvolge il poeta; la sua vita diventa sempre più caotica e disordinata. Nel 1954 si trasferisce a Campiglia d’Orcia dove riceve un incarico di medico condotto ad interim; sarà licenziato dopo poco più di un anno. Durante la permanenza a Campiglia, pubblica a pagamento, presso l’editrice Maia di Siena, le raccolte “Ma questo…”(1955) e “Parole del Tempo” (1956).
Rientrando a Melicuccà, si ferma a Roma per conoscere personalmente Leonardo Sinisgalli che gli aveva promesso una presentazione per la raccolta “Come in dittici”. Dopo il suo rientro in Calabria, viene ricoverato nella clinica per malattie nervose “Villa Nuccia” di Gagliano (CZ). Per la seconda volta tenta il suicidio tagliandosi le vene dei polsi. In clinica conosce Concettina, un’infermiera alla quale dedica l’ultima e forse la più importante delle sue raccolte di poesie: I “Quaderni di Villa Nuccia”, scritte quasi interamente nella casa di cura.
Nel 1957 vince il premio letterario “Villa S.Giovanni” ed il 3 marzo dello stesso anno, Sinisgalli presenta alcune sue poesie sulla “Fiera Letteraria” . Una curiosità. In quell’occasione viene storpiato il nome del Calogero: Norenzo al posto di Lorenzo.
Nel 1959 lascia definitivamente la clinica e si ritira nella sua casa di Melicuccà. Tra il 1960 e il ’61 si concede brevi fughe, alla ricerca disperata di un editore.
Il 25 marzo 1961 viene trovato cadavere (morto da almeno tre giorni) nella sua abitazione. Sul comodino un pezzo di foglio di quaderno a quadretti con su scritto: “VI prego di non seppellirmi vivo”. L’ultima sua frase è diventata il “logo” del Circolo di Cultura ad egli dedicato.
Nel fascicolo del mese di aprile 1961 di “Europa Letteraria”, Giancarlo Vigorelli pubblica alcune poesie di Lorenzo Calogero con note, anche questa volta, di leonardo Sinisgalli. L’anno dopo, i versi di Calogero, accompagnati dall’esplosione del “caso letterario”, trovano posto in un’elegante edizione della collana “Poeti Europei” della Casa editrice Lerici (opere poetiche, I vol. 1962 e II vol.1966).
- CAPUA Alberto, nato nel 1903, laureato in legge. L’avvocato Capua, sindaco nel quadriennio 1952-1956, fu riconfermato poi nel 1964 fino al 1974, fu un apprezzato poeta e autore di una silloge di poesie pubblicata dopo la sua morte avvenuta tragicamente nel 1976 ed intitolata “Poesie” con un’introduzione di un profilo di Leonida Repaci.
- CAPUA Antonio, fratello di Alberto, nacque a Melicuccà il 18 ottobre 1905. Medico-chirurgo. Radiologo, primario negli ospedali riuniti di Roma dove ha diretto il Centro di cobaltoterapia. Libero docente universitario in radiologia medica. Capitano medico. Invalido di guerra. Aderì al fronte democratico dell’Uomo Qualunque, come organizzatore.Fu eletto deputato all’assemblea costituente del 2 giugno 1946. candidato nella lista del Blocco nazionale per la Libertà, venne eletto il 18 aprile 1948 deputato al parlamento per la I legislatura repubblicana; in quel periodo tra l’altro, fu segretario del Gruppo dei medici parlamentari. Passò nelle fila del PLI e fu componente della direzione nazionale per molti anni. Rieletto il 7 giugno 1953 deputato per la II legislatura, durante la quale ha fatto parte della V Commissione permanente della Camera (Difesa).
Nominato sottosegretario di Stato per l’Agricoltura e Foreste nel Governo Scelba e nel primo Gabinetto Segni. Rieletto il 25 maggio 1958 deputato alla III legislatura è stato uno dei due vicepresidenti della XIV Commissione (Igiene e Sanità pubblica). Fu rieletto deputato per la IV legislatura il 25 maggio 1963 e confermato alla XIV Commissione; ha fatto parte del Comitato direttivo del gruppo parlamentare del Partito Liberale Italiano. Sempre capolista, fu rieletto anche il 19 maggio 1968 per la V legislatura e riconfermato alla XIV Commissione. Nella VI legislatura è stato eletto al Senato nel collegio di Roma per il MSI-DN.
Fu sindaco di Melicuccà dal 1980 al 1988. Morì all’età di 91 anni nella sua residenza romana. Per sua espressa volontà è stato tumulato nel cimitero di Melicuccà a testimonianza di un incancellabile legame affettivo con la sua terra d’origine
- CARERI Scipione, Scrittore e iatrofisico (farmacista). Nacque nel 1671. Fondatore dell’Accademia di S. Antonio, studi universitari compiuti a Napoli, scrisse varie opere di teatro, trattati filosofici e numerose poesie. Ebbe a scrivere la vita di S.Elia. Morì nel 1761
- DINARO Carmelo, nato il 18 maggio 1914 a Melicuccà, dottore in Lettere e Pedagogia. Già funzionario statale, dal 1944 al 1947 è capo dell’ufficio stampa del Ministero della Pubblica Istruzione e capo della segreteria particolare di tre sottosegretari di Stato (Finanze, Lavoro e Previdenza sociale, Pubblica Istruzione). Entra successivamente per concorso nel ruolo della carriera direttiva del Ministero della P.I., raggiungendo la qualifica di direttore di divisione e prestandovi ininterrotto servizio fino alla sua elezione al Senato. Partecipa alle elezioni politiche del 28 aprile 1963 nel collegio senatoriale di Palmi, ottenendo 11.618 voti. E’ eletto senatore il 19 maggio 1968 nello stesso collegio di Palmi con 13.818 voti. Fa parte della Commissione istruzione pubblica e belle arti. E’ rieletto senatore il 7 maggio 1972, sempre nel collegio di Palmi, con 13.958 voti. Fa nuovamente parte della Commissione istruzione pubblica e belle arti. Vive a Palmi, recentemente ha donato gli Atti parlamentari alla Biblioteca Comunale di Melicuccà.
- FANTINO Giuseppe, docente nei licei e magistrali, nacque nel 1908. Laureato in lettere Classiche all’Università di Catania, è autore di numerosi saggi letterari di cui ricordiamo: Scampoli (Tre volumi), I Canti di Leopardi, Saggio su Papini. Fu autore di alcuni romanzi come: Uno strano smarrimento, La città incantata, Ho baciato sette ragazze, La biografia di nessuno. Morì a Melicuccà nel 1975.
- FALVETTI Michelangelo, nato intorno al ‘600 ebbe fin da giovane la passione per la musica. Citato dallo storico Tommaso Aceti come:”presbiter expertissimus musicae”, don Michelangelo Falsetti fu maestro di cappella nel Duomo di Palermo per poi passare a dirigere il coro della cappella del duomo di Messina.
- FRANCICA Antonio, sindacalista della Cgil, conosceva intimamente la geografia storica e politica della sua terra, il percorso dei contadini verso l’acquisizione dei propri diritti, di una casa decente in cui vivere, di un salario più equo, della possibilità di mandare i figli a scuola, di una sanità più sana. Tutti temi a cui Francica ha dedicato la sua esistenza, partecipando in prima fila a tutte quelle manifestazioni incentrate al riscatto della gente di Calabria. Il sindacalista, per quasi mezzo secolo è stato il leader delle forze politiche di sinistra di Melicuccà. Conosciuto e stimato per le sue doti umane,Francica è stato un vero punto di riferimento e un buon amico a cui molti si sono rivolti (dagli anni bui del dopoguerra fino agli anni Novanta), per un consiglio, per chiarimenti, per una mano d’aiuto. Lui non ha mai rifiutato niente a nessuno. Per la sua attività sindacale, Francica passerà alla piccola storia di casa nostra sia per l’impegno profuso che per le battaglie sostenute a favore delle raccoglitrici di olive, degli anziani e dei contadini in generale. Autore di un opuscolo “I primi 40 anni del Pci a Melicuccà”, segretario sezionale della Cgil, Antonio Francica ha partecipato per lunghi anni alla vita amministrativa cittadina in qualità di consigliere comunale, ricoprendo anche la carica di vice sindaco.
Memorabili gli scontri in aula consiliare con i più quotati avversari politici in difesa dei diritti dei braccianti agricoli. Una dialettica che intercalava con un linguaggio colorito che talvolta suscitavano gli applausi del pubblico presente. Antonio Francica era legato da vincoli profondi al suo paesello dove egli fu sempre circondato da grande calore e ammirazione sia da parte dei compagni di partito, sia, soprattutto, da parte dei giovani che ricordano il suo insegnamento morale e politico come l’occasione di un’esperienza formativa e umana, veramente incomparabile.
- GAMBACORTA Pietro, discepolo di Tommaso Campanella, fu famoso per l’arte della memoria e la dottrina. Nacque nel 1619. Fece parte della Congregazione del B.Pietro da Pisa. Morì a Roma nel 1689.
- MENOTTI Musicò, 1914-2001. Egli fu conosciuto ed apprezzato scrittore e studioso che svolse gran parte della sua attività a Milano non dimenticando però le sue origini calabresi. Il suo primo saggio fu l’Età della Paura negli anni sessanta per poi comporre numerosi altri saggi e scritti nel corso degli anni, avendo un riscontro favorevole nella critica e nella saggistica italiana. Tra i suoi libri più apprezzati va ricordato uno degli ultimi lavori, Le leggi Assassine che precedette l’ultimo intitolato la “Donna a mezzo servizio” ispirato ad un odierno tema sociale : la famiglia in crisi.Una delle attività, inoltre, in cui profuse energie e amore fu la creazione a Milano dell’editoriale “La scuola per l’Infanzia” , una serie di pubblicazioni dedicate agli accurati studi di Pedagogia di cui si servirono le nuove generazioni.
- ROMEO Rocco Antonio, patriota, nacque a Melicuccà nel 1793. Divenne sacerdote nel 1816, fu insegnante nella scuola pubblica di Oppido Mamertina, partecipò ai moti risorgimentali. Rimase vittima, insieme ad altri sacerdoti, per mano dei borbone.
- SAN BARTOLOMEO, fu abate del monastero di Sant’Oreste.
- SAN NICODEMO di Sicro‘, nato nel 920 fondò il monastero di Cellerana, vicino a Mammola, devoto di S.Elia, veniva chiamato “l’umile”.
- SAN LUCA di Melicucca‘, nacque nel 1035 e morì nel 1114, monaco basiliano e vescovo di Isola Capo Rizzato, erudito autore di omelie e grande oratore fu appellato “il grammatico”. Ebbe a fondare nei pressi di Rossano Cal. Il monastero di San Nicola di Viotorito.
- SAN SABA, anch’egli monaco basiliano, prima di trasferirsi in Lucania, visse per molti anni nelle grotte di Melicuccà.
- Giuseppe STIVAL, Artista, pittore internazionale delle arti figurative.Per un decennio fa legame con gli artisti de” LA NUOVA SCUOLA DI PARIGI” ed esplora le vie dell’astrazione lirica.
Successivamente riviene definitivamente alla figurazione, partecipando alle rassegne nazionali ed internazionali, figurando regolarmente con il gruppo storico degli “ARTISTI ITALIANI DI PARIGI” che rappresenta la continuità di quel movimento artistico all’inizio del 20° sec. , che va da SEVERINI, DE PISIS, DE CHIRICO e mai interrotto fino ai nostri giorni.
Stival opera a Parigi dove lo spirito della sua natia Melicuccà è una presenza costante di ispirazione per la sua arte.
Vedi Link Giuseppe Stival – https://www.officinedelleidee.it/stival/
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- STIVALA Antonio, Poeta vernacolare.Con le sue rime delicate ed eleganti (usava il dialetto come una lingua letteraria) intendeva promuovere e testimoniare i valori della letteratura calabrese. Antonio Stivala non ha avuto nessuna velleità strapaesana ,la sua ispirazione era squisitamente melicucchese e calabrese, ad essa ha ubbidito senza pretese polemiche e tanto meno politiche. Melicuccà, paese arguto e solare, è stato idoleggiato con singolare temperanza tra l’ironia e l’affetto. Dalle sue rime, fatte di squarci felicissimi ed interpretazioni calabresi, sono emerse le scene paesane a lui tanto care. I ricordi di un’infanzia travagliata e la vita vissuta con impegno sociale ed umano si intrecciano a motivi di più largo respiro ,visti con estasi nel mito della Calabria, come terra di promesse e di speranze deluse al contatto con la realtà.
Antonio Stivala ci ha lasciato una lirica malinconica che grida lo sdegno per la violenza e nello stesso tempo è carica di un accorato messaggio di giustizia sociale che varca i confini di ogni realtà.
Muore nel 1999. Nel 2006 i figli rendono omaggio al genitore con la pubblicazione di un volumetto dal titolo “Rimane in famiglia” che contiene vari dei suoi componimenti in lingua ed in vernacolo.
- STIVALA Antonio, Poeta vernacolare.Con le sue rime delicate ed eleganti (usava il dialetto come una lingua letteraria) intendeva promuovere e testimoniare i valori della letteratura calabrese. Antonio Stivala non ha avuto nessuna velleità strapaesana ,la sua ispirazione era squisitamente melicucchese e calabrese, ad essa ha ubbidito senza pretese polemiche e tanto meno politiche. Melicuccà, paese arguto e solare, è stato idoleggiato con singolare temperanza tra l’ironia e l’affetto. Dalle sue rime, fatte di squarci felicissimi ed interpretazioni calabresi, sono emerse le scene paesane a lui tanto care. I ricordi di un’infanzia travagliata e la vita vissuta con impegno sociale ed umano si intrecciano a motivi di più largo respiro ,visti con estasi nel mito della Calabria, come terra di promesse e di speranze deluse al contatto con la realtà.